mercoledì 17 aprile 2013


LA LUCE DEL PROGRESSO

La malattia “è una concezione antiquata e brutta. Risale a epoche di superstiziosa contrizione, quando l’idea umana era avvilita e degenerata in una smorfia, a tempi angosciati nei quali armonia e salute erano considerate sospette e diaboliche, mentre gli acciacchi erano come un lasciapassare per il paradiso. Ma la ragionevolezza e l’istruzione hanno messo in fuga queste ombre stagnanti sull’anima dell’umanità… non del tutto, oggi ancora le stanno combattendo; e questa battaglia si chiama lavoro, signor mio, lavoro terreno, lavoro per questa terra, per l’onore e il bene dell’umanità e, temprate ogni giorno più in tale battaglia, quelle forze finiscono col liberare completamente l’uomo e condurlo per le vie del progresso e della civiltà verso una luce sempre più chiara, più mite, più pura.”


(THOMAS MANN, 1924, La  Montagna Incantata, capitolo IV, "Un acquisto necessario". 3° ed. MIlano: Corbaccio). 

La medicina ha conosciuto un’evoluzione straordinaria nel corso dei millenni. Fino alla prima metà dell’Ottocento essa era ancora una disciplina qualitativa, strettamente collegata “all’apparenza”, a ciò che valutava il medico osservando l’aspetto esteriore del paziente. Ma in pochi anni, con l’invenzione di nuovi strumenti come lo stetoscopio, per l’auscultazione del torace, e lo sfigmomanometro, per misurare la pressione arteriosa, il medico aveva la possibilità di valutare parametri fondamentali per una diagnosi molto più precisa dello stato di salute del paziente. La medicina diventa, così, una scienza quantitativa.
SFIGMOMANOMETRO

STETOSCOPIO

Nel 1895 il fisico tedesco Wilhelm Konrad Roentgen (1845-1913) scoprì casualmente i raggi X, che potevano attraversare lo scheletro e “fotografare” gli organi interni, che prima di allora erano considerati “invisibili”: nasce, così, la radiologia. Anche la chirurgia fa passi da gigante, sviluppandosi in parallelo alla chimica farmaceutica, che produce nuovi narcotici ed anestetici.

RADIOGRAFIA DEL TORACE
RADIOGRAFIA DI UN CRANIO UMANO
IN LATERALE

















Fondamentali per il progresso della medicina, ed in particolare della chirurgia, furono i due conflitti mondiali, senza i quali non si sarebbero mai trovate e, forse, neanche cercate soluzioni a problemi che sarebbero stati, quindi, lasciati irrisolti. Ad esempio, per necessità, ci fu un grande salto di qualità nella cura delle malattie traumatiche. Ma pur troppo non si possono dimenticare anche i risvolti negativi del progresso, come le armi batteriologiche, silenziose e invisibili fino al momento dell’utilizzo. È proprio qui che la scienza deve porre i propri confini, e valutare ciò che è lecito per far sì che essa sia uno strumento di progresso per l’uomo e non fonte della sua distruzione.

Grazie alle nuove tecniche e ai nuovi strumenti di precisione, la medicina compie il passaggio dal “mondo del pressappoco” all’ “universo della precisione”, che nasce in parallelo alla “Civiltà delle Macchine”, in cui gli sviluppi tecnologici hanno allungato la vita e migliorato la sua qualità.
Come simbolo di questa precisione, di questa perfezione continuamente ricercata dall’uomo, possiamo assumere l’Uomo Vitruviano, disegnato da Leonardo da Vinci nell’ultimo decennio del XV secolo, una data che, più o meno, coincide con un grande evento, che segna il passaggio dal Medioevo all’età Moderna: la scoperta dell’America. L’immagine è perciò strettamente collegata all’idea del progresso, di un mondo nuovo migliore del precedente, e sembra evocare aspettative future.

Leonardo da Vinci - Uomo Vitruviano

"UOMO VITRUVIANO" DI LEONARDO DA VINCI
24x34 cm
Nel disegno di Leonardo possiamo notare la precisione con la quale egli studia il corpo umano, un sistema perfetto in cui ogni elemento è in proporzione con l’altro. Egli misura ogni parte del corpo utilizzando una scala di riferimento (in “diti” e palmi). Con la sua indagine antropometrica, Leonardo riesce ad inscrivere l’uomo all’interno di un cerchio e di un quadrato.

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